Qual’è il giusto prezzo per degli apparecchi acustici?
Audioprotesista, basta con frasi del tipo:
“Se il paziente ipoacusico è molto vecchio e sedentario non ha senso dargli apparecchi acustici tecnologicamente molto performanti!”
“La soluzione top gamma è solo per i pazienti attivi!”
“Per gli invalidi allettati o chi vive da solo non ha senso scegliere soluzioni costose!”
“Fosse stato più giovane avrebbe avuto senso, ma alla sua età le basta un qualcosa di più semplice…”
Oggi ti spiego perché gli audioprotesisti che ragionano così, molto spesso sbagliano di grosso.
Non so come reagisci tu al sentire queste affermazioni, ma io ogni volta reagisco con qualcosa che va oltre alla semplice perplessità. Un brivido parte dalla schiena sale alla testa e la palpebra dell’occhio sinistro inizia a vibrare nervosamente per qualche minuto. Questa “linea guida” mai scritta nero su bianco sui testi universitari, ma molto spesso condivisa a parole e nei fatti tra gli audioprotesisti ed i medici otorinolaringoiatri proprio non mi va giù.
Mi spiego meglio, non voglio dire che chi fino ad oggi ha ragionato ed agito in questa direzione ha sbagliato del tutto. Non credo sia giusto giudicare tantomeno se non si conoscono realmente i fatti che hanno portato ad una scelta, giusta o sbagliata che sia.
In alcuni casi specifici la scelta di una soluzione più performante e costosa non avrebbe dato miglioramenti apprezzabili, me ne rendo ovviamente conto. In questi casi mi sembra corretto“accontentarsi” di apparecchi acustici più semplici, consigliando al paziente la soluzione con il miglior rapporto costo/beneficio. Di questo ne parla anche il mio collega Francesco nel suo blog dedicato ai pazienti ipoacusici.
Il punto è: quali sistemi e quali test hai utilizzato per decidere cosa proporre al tuo paziente?
Sei proprio sicuro che il tuo paziente non avrebbe goduto di una situazione d’ascolto migliore con apparecchi acustici tecnologicamente più avanzati?
Conosci veramente bene le esigenze del tuo paziente?
A questo punto mi chiedo se hai fatto buttare dei soldi al tuo paziente facendolo risparmiare oppure se hai consigliato gli apparecchi acustici che sposano la teoria della “massima resa con il minimo sforzo”.
A me capita spesso di pensare al prodotto da offrire al paziente, rianalizzando ripetutamente la situazione e le variabili in gioco.
Una di queste ultime volte è accaduto questo:
Una mattina della scorsa settimana è entrata in studio da me una signora oserei dire …di veneranda età. Capelli grigi avvolti da un fazzoletto in cotone, un soprabito che a causa della postura ricurva della signora sembrava molto più lungo di quel che in realtà fosse, nella mano destra un bastone che sembrava più un amico fidato piuttosto che un inanimato pezzo di legno. Con la voce tremolante chiede alla ragazza del front office: – è qui che vendete gli apparecchi acustici?- Sento dall’altra stanza, dove mi trovavo, rispondere con estrema gentilezza: – certo signora! pensa di averne bisogno? Che informazioni le servono? L’anziana signora non risponde e dirigendosi verso l’angolo attrezzato per l’attesa dei pazienti si toglie la fazzoletto dal capo e sbottona il soprabito. Ad un certo punto si riavvicina al banco e sbotta: – ho bisogno di un apparecchio acustico, sono sorda! Legga qui, anche il medico dice che devo metterlo-
Lei sa quello che vuole
A questo punto l’impiegata, ben addestrata a questo tipo di situazione, prende la in mano la situazione ed inizia a fare qualche domanda. Inutile dirvi che questa (lo scoprirò da lì a poco) signorina novantenne chiede di essere vista subito, non ha ne tempo, ne voglia di prendere un appuntamento e di ritornare. Fortunata coincidenza vuole che una persona aveva da pochissimo telefonato per avvisare che un malanno di stagione la costringeva a rimandare l’incontro periodico per controllare l’efficenza del suo udito. Decido così di far accomodare nello studio la simpatica vecchietta. Beh, lei è una di quelle toste, quelle che non si avvicinano alla meta con mille giri di parole
Si trattiene un pochino, ma dopo meno di un minuto cede e mi dice:- ho novant’anni passati, vivo da sola e non ho parenti in vita. Ho bisogno di riuscire a chiacchierare con la mia vicina di casa e sentire bene le parole alla televisione. Veda di farmi sentire meglio possibile senza farmi spendere un occhio della testa.
Non voglio spendere per gli apparecchi tutto quel che ho messo faticosamente da parte per pagarmi il funerale.- Come immagini, ho cercato di spiegarle che prima di parlare di prezzo ne sarebbe passata di acqua sotto ai ponti. Come posso dirle quanti soldi sarebbero da dedicare al miglioramento del suo udito se non so assolutamente nulla di lei, per assurdo potrebbe sentire bene e di conseguenza non aver bisogno di comprare nulla, o peggio avere un problema non gestibile con degli apparecchi acustici.
I miei audioprotesisti che avrebbero fatto?
Prima di scrivere questo articolo ho provato a chiedere al gruppo di audioprotesisti che coordino come si sarebbero comportati, ma loro (anche i più giovani) sanno bene come la penso e mi hanno dato tutti la risposta che mi aspettavo, quella che reputo più corretta di altre, ossia quella che mettono in pratica ogni giorno sul campo.
Chissà se anche tu la pensi come me? Che apparecchi acustici consiglieresti?
Insomma, la situazione iniziava ad intrigarmi un sacco, meglio capirci qualcosa di più. Chiacchierata di rito, poi il counseling, che se fatto bene si sa, ti mette un bel po’ al riparo da problemi, incomprensioni e scelte errate. Otoscopia e classici test audiometrici base da confrontare con i dati del medico. Test specifici per definire meglio la fattibilità e tarare il possibile risultato. Ci siamo!
Ecco che l’audioprotesista professionale ed etico va via con frasi del tipo:
“Qui signora effettivamente ci sono i problemi già diagnosticati e con la soluzione xy migliorerebbe e siccome ha una vita sociale limitata, più di novant’anni e vive da sola le consiglio degli apparecchi modesti, affidabili, ma soprattutto economici.”
Ecco bravi, fatelo voi. Io no!
Come scegli?
Tu audioprotesista etico e professionale mi stai dicendo che hai scelto sulle basi di una prescrizione orl, di una tua anamnesi e qualche test? Per quanto la valutazione sia accurata l’hai fatta tu senza la valutazione di un neuropsichiatra e senza la presenza del suo medico di famiglia che meglio di chiunque conosce il suo stato di salute generale.
Provi apparecchi a performance crescenti o capisci le necessità del paziente?
Peggio ancora, vuoi proporre di far provare alcune fasce di prodotti per capire qual’è la più adatta a questa simpatica vecchietta? Oh caspita, allora si, mi arrendo, forse sono io quello sbagliato.
Pensa che, proprio come te , voglio dare più importanza alla persona che ho di fronte che all’esame in se.
Con questo non voglio dire che non ne tengo conto, anzi me lo metto lì, sulla scrivania …defilato, ma sempre a portata di vista. Non lo sottovaluto di certo! Ma sinceramente prima di consigliare un acquisto ed un percorso lungo e non sempre in discesa voglio e devo assicurarmi che la signora non possa fare altro che parlare bene di me quando chiacchiererà con la sua vicina di casa a quando passerà a salutare il suo medico. Io, come avrai capito, valutata la persona, la sua perdita uditiva, le sue aspettative, i suoi limiti sociali e la sua propensione a risolvere al meglio il problema, consiglierò sempre la soluzione che reputerò più adeguata.
Lo so che anche tu consigli sempre la soluzione che reputi più adeguata, ma sei sicuro che io e te stiamo viaggiando sulla stessa lunghezza d’onda?
Forse si, preferisco però spiegare meglio il mio concetto, solo così capirai dove voglio andare a parare.
Questa loquace donna d’altri tempi ha pensato bene di anteporre alla mia proposta il fatto che non vuole spendere molto, tra le altre cose perché a suo dire, la dipartita arriverà in tempi molto brevi. Per questo poco tempo in cui resterà su questo mondo le basterà sentire bene la televisione , la sua vicina di casa e poco altro.
Quel che penso in queste situazioni …
Questa paziente non sta cercando semplicemente un apparecchio acustico
Non le serve una soluzione tecnologica che la faccia sentire un pochino meglio. Questa persona sta disperatamente cercando di aggrapparsi ad una delle cose più belle ed emozionanti che l’essere umano conosca: comunicare.
Godersi ogni parola ed ogni suono-gradevole o meno ci fa sentire vivi…c’è poco da fare…
Lo so a che pensi. Facile a dirsi e difficile a farsi. Se lei ti dice che vuole spendere poco e le ambizioni dichiarate sono quelle di sentire la vicina di casa e la televisione, tu che ci puoi fare? Non puoi mica stare li ore a scavare nella sua vita tra un test e l’altro nel tentativo di capire se le sue aspettative acustiche sono molto più alte oppure no. O forse si… Forse una prova potrebbe far emergere altre necessità del paziente… Ma che fai? Inizi una prova con degli apparecchi acustici per poi sostituirli in corsa durante o dopo il primo mese?
Beh quando mi trovo in queste situazioni, non faccio altro che smettere di parlare di apparecchi acustici e di sordità! Non riprendo questo argomento finché non riesco davvero a capire chi ho di fronte. Devo scoprire cosa realmente è importante, quali aspettative ha e qual’è il budget che effettivamente può mettere a disposizione per risolvere il problema udito.
Strada lunga e tortuosa, lo so!
La preferisco di gran lunga alla strada “semplice”, perché sono convinto sia sempre la strada giusta.
Tutti noi meritiamo il meglio
Il principio che utilizzo è quello che ogni persona, aldilà della sua età, del suo stile di vita, delle sue ambizioni e del budget disponibile dovrebbe essere protesizzata con degli apparecchi acustici top gamma!
Top gamma delle migliori marche, qualsiasi esse siano…perché della della differenza ne parlo anche in un altro articolo.
Prima che ti scagli a spron battuto contro questo modo di pensare devi sapere che come per ogni regola, esiste l’eccezione che la conferma. Con tutti i se e tutti i ma disponibili mediamente porto sempre avanti questa mia convinzione.
Con molti medici, audiometristi e colleghi audioprotesisti mi sono spesso confrontato su questo aspetto.
Ovviamente tutt’altro approccio verrebbe applicato su sordità con forte componente retrococleare, sui soggetti con residui uditivi non sfruttabili per motivi uditivi e non solo.
L’avvocato in carriera con problemi di ipoacusia protesizzabile che chiede di sentire bene ha lo stesso diritto di sentire le parole che ha il nonnetto in sedia a rotelle che comunica con la badante e poco più.
Per l’essere umano una delle fonti di energia più profonde ed importanti è la comunicazione (in entrambe le direzioni).
Non sarò certo io quindi a decidere che se sei vecchio e malato con una vita sociale ridottissima devi privarti di sensazioni che possono condizionare enormemente il tempo che ancora trascorrerai su questo mondo.
Non accetto nemmeno i discorsi che (per fortuna raramente) figli e nipoti fanno sul rapporto tra il costo degli apparecchi e l’aspettativa di vita. Cerco sempre di far capire che la più grande eredità che i nostri nonni ci lasciano non è in monete d’oro, ma in momenti felici trascorsi assieme e lunghe chiacchierate dense di saggi consigli.
Non sempre i parenti la pensano così ed effettivamente ti chiedono di risparmiare… e solo quando sono sicuro che abbiano compreso pro e contro eventualmente mi adatto alla situazione e li accontento anche se a denti stretti.
Per me saprei cosa scegliere
Tu, in tutta onestà se non avessi nessun limite di possibilità economica, ti accontenteresti di una soluzione mediocre solo perché sei vecchio o solo perché la tua vita è limitata?
Avendo la consapevolezza che chiacchierare con il tuo vicino di casa e guardare la tv sia tutto ciò che ti resta, come preferisti sentire?
Beh, è inutile dirti come è stata protesizzata l’anziana che ho citato nell’articolo…
Quando devi consigliare degli apparecchi acustici pensaci.
Se vuoi, formarti, confrontarti e crescere insieme ad un gruppo di audioprotesisti ambiziosi contattami, potresti anche essere invitato a far parte del mio gruppo FB
Solo in questo gruppo svelerò i segreti che i migliori audioprotesisti d’Italia custodiscono gelosamente per se.
Alla prossima
Luigi
1 Comment on “Che apparecchi acustici vendi?”