Audioprotesista per caso

Se stai seguendo questo blog dall’inizio, saprai che sono la persona che da un po’ di anni si occupa, sempre più a tempo pieno,  di seguire e coordinare i tecnici audioprotesisti dell’azienda Pontoni – Udito & Tecnologia. Anche se, prima di tutto, sono e sarò sempre un tuo collega.

Sai già che “tecniche audioprotesiche” rientra nelle professioni sanitarie. E’ proprio dall’avvento della necessità della laurea triennale per esercitare che è cambiato profondamente questo nostro mondo.

Ci sono gli audioprotesisti con esperienza trentennale e che lavorano in un certo modo. Ci sono poi i “nuovi” audioprotesisti o aspiranti tali che lavorano con altre modalità. Non ce n’è uno giusto e uno meno, semplicemente sono diversi.

C’è una cosa però che li accomuna tutti quanti.

Non sono molto bravo con le statistiche, ma non penso di dare scalpore se dico che almeno  3/4 sono un’ “audioprotesista per caso”

Chi è l’ “audioprotesita per caso” come lo definisco io?

E’ semplicemente una persona che quasi senza accorgersene si è incocciato nell’apparecchio acustico e nel suo particolare mondo.

Fortuna, caso, fato o un pochino di sfortuna…poco importa se siamo qui a parlarne.

Come tutti ben sappiamo prima dell’esistenza del percorso universitario l’audioprotesista (o autoproclamato tale) era molto spesso una persona con forte attitudine alla vendita. Cercava in molti casi di non essere un mero venditore, ma si prodigava (chi di più e chi niente) per formarsi anche dal punto di vista tecnico.

Tutto ciò per riuscire a soddisfare i loro clienti (non li chiamavamo pazienti all’epoca) al meglio. Questa figura non proveniva quasi mai da aree tecnico-mediche, ne tantomeno da aree legate al suono o alla sordità. Era una figura molto spesso pescata da settori commerciali completamente diversi oppure formata da zero e iniziata come un buon apprendista a questo mestiere.

Beh, è questo che intendo per “audioprotesista per caso”!

Per fortuna tutti i giovani laureandi e laureati in audioprotesi sanno bene quello che fanno, cosa gli aspetta ed hanno scelto questa strada in maniera consapevole… o forse no?

Nell’era di internet, nell’era dei laureati ad ogni costo, ognuno di noi sa tutto quello che vuol sapere e in teoria non fa nulla senza esserne consapevole…

Ad esempio AlmaLaura con i suoi dati sempre ben aggiornati ci aiuta a capire quanto sarà difficile entrare nel mondo del lavoro al termine degli studi e che tipo di stipendio mi potrò aspettare. Informa, ad esempio, gli aspiranti audioprotesisti che gli occupati nel settore nel periodo immediatamente successivo alla laurea percepiscono uno stipendio mensile netto medio di 1100,00€ (probabilmente da Pontoni sono di manica larga e contribuiscono ad alzare la media….).

Al quinto anno lo stipendio medio in Italia sale a 1882,00€, ma i dati si sa, possono essere molto variabili. Lo stesso consorzio universitario di statistica ci tiene al corrente di quanti neolaureati in audioprotesi trovano lavoro in questo ambito.

audioprotesista per caso

Ad esempio, io consulto spesso i dati “un anno dalla laurea” poiché li trovo tra i più realistici ed interessanti. Fino a qualche anno fa gli audioprotesisti che risultavano occupati ad un anno dal conseguimento del titolo di studio erano il 97% del totale. Ad oggi questa percentuale è in rapida diminuzione anche se il percorso di studi garantisce ancora la miglior performance di occupati tra le professioni sanitarie .

Forse proprio quella percentuale di occupati ha spinto tanti giovani ad avvicinarsi a questo finalmente nobile mestiere?

Quando chiacchiero con uno studente in tecniche audioprotesiche chiedo sempre del perché della scelta.

Perché mai ti sei iscritto/a al corso di laurea triennale per tecnici audioprotesisti?

Qualcuno in effetti ha le sue più o meno valide motivazioni e convinzioni. In questi caso non posso di certo classificare la persona come audioprotesista per caso.

La grande notizia non è questa però.

Lo scoop (permettimi un pizzico di ironia) è che quasi nessuno indica audioprotesi come prima scelta al test di ingresso.

Significa che i futuri specialisti dell’udito sono in gran parte dei mancati infermieri, fisioterapisti e logopedisti: nulla di sconvolgente, ma un pochino sta cosa mi fa pensare.

La professione dell’audioprotesista è uno di quei mestieri giovani che ancora pochi conoscono. E’ normale quindi aspettarsi che non spopoli ancora tra le prime scelte nelle domande di iscrizione ai test di ingresso dei vari atenei italiani.

Evidentemente, ma questo è più una mia convinzione, chi si iscrive in prima scelta a scienze infermieristiche sogna il lavoro della vita. Sogna il lavoro “sicuro”, quello in un meraviglioso ospedale pubblico, dove può per ispirazione aiutare gli altri. Può lavorare  senza avere il rischio che una crisi o un periodo di recessione economica metta a repentaglio le sue sicurezze.

Dico questo perché mi rendo conto che chi si iscrive al test di scienze infermieristiche (non ho nulla contro gli infermieri, anzi mi stanno simpatici, ma dovevo pur prendere una categoria ad esempio…) inserendo in seconda o addirittura in terza scelta tecniche audioprotesiche non ha ben chiaro di quanto sia diametralmente opposta la vita e il modo di pensare di queste due figure.

Affermo ciò con cognizione di causa: chi consapevolmente ha scelto di fare l’audioprotesista conoscendo in modo approfondito le sue implicazioni tecnico-commerciali avrà fin da subito certi risultati. Chi si ritrova ad essere un audioprotesista per caso si troverà di fronte ad un grande bivio.

Fare l’audioprotesista implica il fatto che devi far sentire bene il tuo paziente con l’ausilio di apparecchi acustici e di tutta la tua esperienza. Questa parte non potrà mai iniziare però se non riuscirai camaleonticamente a trasformarti per una manciata di minuti nel più abile dei venditori (al livello da far morire di invidia i tizi della Folletto).

L’indole dell’infermiere e del fisioterapista la vedo lontana da quella di un venditore, almeno per quelli collegati alla sanità pubblica.

Oh mamma mia, che cosa scomodissima sto tirando fuori! Si si, scusa, continua pure a pensare che la tua consulenza iper-professionale basterà a far si che il tuo paziente ordini gli apparecchi che hai consigliato e che si fidi di te.

Stai tranquillo che li avrai talmente riempiti di nozioni tecniche che non avrai bisogno di dargli una “spintarella” per convincerli a firmare.

Sveglia!

L’infermiere mi misura la pressione e mi fa il prelievo del sangue, non mi vende nulla!

Ora inizi a capire cosa intendo?

Non è che ora tutti quelli che sono entrati ad audioprotesi mettendolo in seconda o terza scelta devono pensare al suicidio eh!

Nulla accade per caso…almeno così dicono.

In sostanza, se ti senti preparato tecnicamente e ti affascina il mondo dell’ipoacusia a tal punto da accettare di essere un pochino “venditore” hai già “vinto”.

Sei sulla strada giusta e ti basterà avere la giusta formazione per ottenere risultati eccellenti in un lasso di tempo molto ragionevole. Trova il giusto mentore e poi mettici tanto del tuo, andrà bene!

Se invece ti senti preparato tecnicamente e l’aspetto commerciale ti preoccupa molto (simile alla vergogna che si dovrebbe provare nel rubare qualcosa ad un bambino indifeso) allora il problema è decisamente più tosto.

Sei l’audioprotesista per caso dei giorni nostri.

Se vorrai davvero imparare bene questo mestiere dovrai continuare a formarti tecnicamente ma dovrai anche scendere a compromessi su qualcosina. Se vorrai potrò aiutarti come ho fatto con dei giovani audioprotesisti che lavorano per me e si sentivano proprio così, come te ora.

Oggi sono tra gli audioprotesisti migliori che conosca e la parte commerciale del nostro lavoro è oramai diventata un qualcosa da affrontare in modo naturale ed estremamente professionale.

Per concludere direi che in tutti noi c’è una parte di “audioprotesista per caso”.

Alcuni di noi lo accettano, altri no. Tu qualunque tipo di audioprotesista sia o sogni di essere sforzati ogni giorno per colmare le lacune e migliora giorno dopo giorno. Credi nella tua professione e senti il peso della responsabilità che trattare pazienti ipoacusici dà. La soddisfazione sarà impagabile.

Dott. Luigi Gallone

 

Ps. Sei un audioprotesista laureato/laureando e vuoi conoscere tutti i segreti di questo mestiere sotto la mia ala? Scrivimi a [email protected]. Non importa se abiti a Milano, Catania o in un paesino della Valle d’Aosta. Un aiuto sono certo di potertelo dare in ogni caso.