articolo 6

Quanto guadagna un audioprotesista?

Scoprire quanto guadagna un audioprotesista? Si può e può essere davvero utile soprattutto in due casi: stai ancora pensando se iscriverti al corso in audioprotesi oppure stai lavorando e non sai se ciò che ti viene offerto rientra nella media di ciò che i tuoi colleghi portano a casa. Nell’articolo precedente ho svelato i cinque punti da seguire per non fare un tirocinio inutile in azienda.Sembra che ci sia stato davvero molto interesse attorno a questo argomento. Tant’è vero che ho deciso di approfondire un po’ uno dei punti che hanno provocato più curiosità di altri. Quanto guadagna un audioprotesista è proprio uno di questi e ne parlerò oggi.  

Voglio in tutti i modi  far si che la tua esperienza professionale di audioprotesista inizi con il piede giusto. 

L’inquadramento degli audioprotesisti. 

Insomma l’audioprotesista va assunto come dipendente o va gestito come un libero professionista che ha la sua partita IVA?

L’articolo che ti sei apprestato a leggere oggi di certo non entrerà in concorrenza con quello che potrebbe scrivere un capace consulente del lavoro o uno smaliziato commercialista. 

Quello che voglio fare oggi è condividere con te un’analisi dell’argomento basata sulle mie esperienze e sulle esperienze riportate da un buon numero di audioprotesisti italiani. Per quanto mi riguarda cercherò di essere più imparziale possibile, ma ho deciso di non mascherare e tantomeno manipolare i diversi punti di vista di altri tecnici audioprotesisti.

Voglio fare una premessa che reputo molto importante sul tipo di inquadramento che deve avere un tecnico audioprotesista in un’azienda.

Partiamo dalla consapevolezza che non esiste un sistema migliore dell’altro, in entrambi spiccano degli aspetti sia positivi che negativi. Entrambe le formule hanno pure dei compensi che schifo non fanno. Tutto dipende da chi sei tu e cosa vuoi dalla vita! 

Beh in realtà dipende molto anche da qual’è la linea che l’azienda in cui vuoi andare a lavorare adotta in questo particolare periodo di crisi economica, che costringe tutti a prestare una particolare attenzione su come si spendono o meglio su come si investono i propri denari.

Mettiamo un pochino di ordine prima di capire quanto guadagna un audioprotesista.

Per valutare quale inquadramento sia quello migliore devo dirti che anche questo come qualsiasi rapporto commerciale ha delle ampie zone oscure e dense di pericoli.  Spesso, proprio come in una partita a scacchi, ci sarà sempre un vincitore e un perdente.

A differenza degli scacchi però, dove il risultato della disputa è palese, qui chi ha vinto a volte non è consapevole di aver fatto le scelte migliori per lui. Se a “vincere” parlando sempre in modo metaforico è un’azienda che da molto peso al controllo dei numeri in teoria dovrebbe rendersene conto eccome. Come lo capisci? Solitamente in base a quanto velocemente sta crescendo ed in base a come gestisce le risorse umane dal punto di vista degli stimoli.  Oserei dire che se l’azienda gioca bene le sue carte tu sarai comunque soddisfatto con la tua partita iva esattamente tanto quanto il tuo collega che lavora da dipendente, quindi non preoccuparti. 

Meglio dipendente o partita iva?

Dal punto di vista legale so bene che ci sono differenze sostanziali, ma non sono certo la persona più adatta per sviscerare questo aspetto. Quel che posso dirti è che sulla carta esiste una grossa differenza tra lavoro subordinato e lavoro autonomo. Grossa differenza che nel Sistema Italia,  Paese delle Partite IVA, si assottiglia fino, in certi casi a scomparire.

Quali sono allora i pro di fare l’audioprotesista dipendente rispetto ai pro di svolgere tale attività in forma libero professionale o addirittura come agente di commercio?

Fa sempre bene ascoltare i consigli?

“Devi farti assumere da un’azienda! Poi tu  devi dimostrare ogni giorno, dando sempre il massimo, che loro hanno fatto un ottimo affare !” Beh, questo era quello che mi ripeteva mio padre fin da quando ero bambino (ma bambino davvero!) e probabilmente mi aspetto che sia il desiderio e l’aspettativa di una enorme maggioranza di genitori italiani.

Io alla fine il consiglio di mio padre non l’ho ascoltato e non me ne pento affatto.

Sicuramente capisco bene che mio padre lo dicesse consapevole del fatto che nella vita qualche certezza non guasta proprio. Mi voleva dipendente di qualche buona azienda che mi potesse garantire uno stipendio fino alla pensione. Sono consapevole che lui come ogni padre sognava per me la strada che reputava migliore…

Ognuno di noi ha bisogno di avere delle certezze…non è per nulla scontato però, che esse debbano essere quantificate in euro ovvero identificate con un contratto a tempo indeterminato.

La speranza del lavoro “fisso” per tanti anni dal dopoguerra ad oggi è stata coltivata dal nostro popolo con tenacia, probabilmente concedendo a  questo mito molta più importanza di ciò che realmente merita nel nostro percorso di vita.

L’obbiettivo dell’audioprotesista deve essere esclusivamente un legalissimo contratto di lavoro (qualsiasi) che gli permetta innanzitutto di dare valore all’azienda.

Apri da solo!

Cerchiamo di capirci. Sei uno sveglio? Apri il centro audioprotesico -tutto tuo- e gestisciti tutti i vari casini connessi come marketing e ricerca clienti, percorso di vendita degli apparecchi acustici, parte audioprotesica, fatturazione, burocrazia varia e amministrazione, riparazioni  e mille altre cose. Complimenti! In questo caso sei un vero e proprio imprenditore con tutti i pro (se va bene) e tutti i contro (sia che vada bene, sia che vada male). Hai scelto questa strada? Se hai l’esperienza per farlo e le spalle coperte dal punto di vista economico probabilmente è giusto che tu faccia la tua strada da lavoratore autonomo!

Poniamo ad esempio che solo al pensiero di mettere in piedi un’importante macchina commerciale e di marketing ti abbia spaventato in modo tale da farti cagare sotto. Bene, prima di andare oltre al punto di non ritorno forse è meglio che valuti la alternative possibili.

Autonomo a metà!

Se hai l’indole imprenditoriale, ma per i motivi che abbiamo detto prima glissi sull’idea di aprire la tua bottega di apparecchi acustici ecco che, forse, legarti ad un’azienda locale strutturata ed in espansione potrebbe essere la scelta migliore per te.

In questo caso lavori in partita iva, incassi delle fatture mensili o trimestrali basate solitamente su un fisso mensile ed una provvigione sul venduto. Si, sul venduto, perché come ribadisco spesso, prima di essere un buon audioprotesista devi essere un venditore di apparecchi acustici. Se solo il pensiero di vendere ti schifa o peggio pensi che chiedere molti soldi ad un anziano ti fa sentire sporco cambia lavoro dopo aver letto però questo articolo qui.

Lavorare in partita IVA significa avere delle libertà di orario meno restrittive di un dipendente e mediamente guadagnare molto di più! Non è tutto oro ciò che luccica però. Al contrario del dipendente dovrai pensare tu a diverse cosine. In modo autonomo ti devi attrezzare alle eventualità infortuni/malattia con una polizza assicurativa privata. Devi mettere in conto che pagherai un commercialista per gestire la tua contabilità. Ciclicamente di arriveranno delle sberle di tasse a cui non ti abituerai mai. L’analisi approfondita delle differenze al punto di vista lavorativo la lascio agli specialisti in questo campo.

Quindi se sei tenace, ambizioso e pensi che dovresti essere retribuito soprattutto in base alle tue performance professionali ecco che la partita iva non è opzione da scartare!

Quanto guadagna un audioprotesista dipendente?

Da dipendente, per te che vieni assunto, è tutto più semplice, certo. Sicuramente è l’azienda che ti assume che si deve occupare di gestire INPS, INAIL e vari balzelli . L’azienda si occupa delle tasse sulla tua busta e paga come sostituto d’imposta. Avrai le ferie pagate in busta paga ed avrai pure la “certezza” (fino alla conclusione del rapporto di lavoro) di un fisso mensile garantito sia che tu sia un parassita di stampo statale o il più performante dipendente di tutti i tempi.  L’azienda  in cambio di tutto ciò ti chiederà di essere sempre gestibile in tutto e per tutto come un rapporto di lavoro subordinato prevede.

Allora “Lavorare da dipendente è meglio! ” Affermazione sentita un milione di volte… Ora ci arriviamo.

Parliamo prima un pochino di numeri. Allora tra stipendio base, premi sul venduto ed incentivi un audioprotesista con un’esperienza inferiore ai cinque anni fa fatica ad arrivare a €1300,00, man mano che l’esperienza aumenta ed il professionista diventa sempre più ricercato la media mensile si alza molto  (circa €1900). I migliori audioprotesisti dipendenti portano a casa oltre €3000 al mese. Quanto guadagna un audioprotesista fuoriclasse? Di più…

Chi paga di più?

Le catene e le aziende come ad esempio la mia risultano spesso essere più “attraenti” per i giovani. L’attrattività però non è solo dettata da quanto guadagna un audioprotesista. Le multinazionali di norma possono permettersi di pagare un pochino meno gli audioprotesisti.

Realtà come la mia restano un po’ sopra la media, Pontoni Udito&Tecnologia non strapaga, ma in cambio da enorme valore aggiunto in formazione per portare i nuovi arrivi ai livelli di audioprotesisti di esperienza in tempi molto brevi. Ha inoltre un marketing strutturato che garantisce il lavoro in tutti i quindici centri audioprotesisci. Quelle meno organizzate e strutturate tenderanno a pagare un pochino di più, ma lo faranno solo perché sanno bene di essere poco attraenti. Per poco attraenti intendo che investono mediamente molto poco in formazione per i loro audioprotesisti, che  puntano su un  marketing verso i clienti vecchio stile o peggio che usano sistemi che possono essere definiti …border-line. Certo che non li giudico, penso solo che se si basano su determinati canali difficilmente faranno crescere in modo sano l’azienda e i loro collaboratori. Per le grosse catene ed i centri retail di importanti produttori lo stipendio non è di certo tra i più allettanti, garantiscono però di poter lavorare in una grossa realtà, fatto che a molti audioprotesisti dà una certa (relativa) sicurezza.

Sul piatto vanno sempre messi tutti gli aspetti… basterà una chiacchierata tra colleghi per capire chi ti paga di più. Valuta quanto l’azienda investe su di te sia in termini economici che (all’inizio forse la parte più importante) di formazione per un futuro di successo.

Quanto guadagna un audioprotesista in partita IVA?

L’audioprotesista inquadrato in regime libero professionale piuttosto che consulente o agente di commercio è come detto una figura più orientata alla parte commerciale (senza nulla togliere alla parte tecnica e senza assolutamente sminuire l’area professionale sanitaria).

Un audioprotesista in partita IVA ha solitamente un fisso mensile (rimborso spese) ed una provvigione su ciò che vende. La parte provvigionale è spesso molto variabile da azienda ad azienda. Noto che anche la geolocalizzazione del centro audioprotesico incide sulla provvigione. In alcune zone insomma si guadagna di più che in altre a parità di fatturato.

Un audioprotesista giovane e con poca esperienza dovrebbe portare a casa cifre poco sotto i €2500 al mese (in regime forfettario avrà una grossa agevolazione: solo il 5% di IRPEF da pagare). Man mano che l’audioprotesista autonomo crea il suo giro matura in esperienza e tecniche.  Vede quindi crescere i suoi compensi fino addirittura a quintuplicare, se sei un fuoriclasse, quelli iniziali. In questo caso le tasse ti peseranno parecchio, ma molto probabilmente continuerai a portare a casa più per tuo collega dipendente che fattura come te.

Cosa preferisce l’azienda?

Certe aziende hanno delle preferenze, spingono l’una o l’altra formula. Io, quando possibile, cerco di capire molto bene chi ho davanti prima di consigliare l’uno o l’altro inquadramento. Lascio quasi sempre la scelta al neo-collaboratore. D’altra parte chi lo conosce meglio di lui stesso?

Bene, ora sai cosa aspettarti da questo lavoro anche dal punto di vista economico. Le cifre che hai letto sopra sono frutto delle esperienze personali e di una ricerca fatta su un campione di audioprotesisti sparsi un po’ in tutta Italia.

Quanto guadagna un audioprotesista laureato da poco rispetto a quanto guadagnerà quello del futuro?

E’ doveroso dire che il compenso medio degli audioprotesisti si è abbassato gradualmente negli ultimi anni. Questo trend è iniziato indicativamente con la riforma delle professioni sanitarie che sanciva l’obbligatorietà del corso di laurea in tecniche audioprotesiche per essere abilitati alla professione. Avere delle università che sfornano tecnici audioprotesisti abilitati ha, negli anni, aumentato molto il numero di professionisti. Proprio come nella legge della vendita di un prodotto: quando l’offerta aumenta, il prezzo cala…

L’audioprotesista precario

Bisogna anche aggiungere a questo discorso che molte persone associano la collaborazione in partita IVA alla parola PRECARIATO. Io ho un’idea ben chiara sulla questione. La classificazione di alcune categorie come nel caso di contratti a termine o nei contratti di collaborazione della partita IVA viene visto come un camminare in bilico su una fune con il baratro di sotto. Vista così spaventa parecchio, infatti basta che il datore di lavoro scuota leggermente la fune per farti cadere e farti scomparire dalla sua azienda.

 

Questo concetto in moltissimi paesi in giro per il mondo non esiste e quando cerchi di spiegarlo ad amici o colleghi stranieri stentano a credere che questo sia un problema per il lavoratore. Infatti mi chiedono “perché dovresti farli fuori se sono la più grande ricchezza della tua azienda? Non entro di più nell’argomento, ma ribadisco anch’io chiaro e forte che se dai tutto ciò che puoi all’azienda e se l’azienda ti percepisce come un valore aggiunto non ti farà fuori qualunque sia il tuo inquadramento. Viceversa, se sarai una figura che non rientra nei piani dell’azienda, prima o poi, “ti farà fuori” dipendente o autonomo…poco cambierà.

 

Un ultimo accenno prima di lasciarti.

Albo Audioprotesisti

Proprio da pochi giorni è esploso il “panico da iscrizione all’albo”. Non voglio ora parlare dell’utilità o meno dell’albo professionale degli audioprotesisti, ma lo cito in questo articolo poiché credo che sicuramente tenderà gradualmente a spostare degli equilibri. Mi aspetto che li sposterà soprattutto in termini economici e di inquadramento soprattutto per chi deve ancora iniziare la vita professionale in questo ambiente. Spero solo che non vada, nel tempo, ad influenzare in modo negativo la cifra che l’audioprotesista si porta a casa ogni mese. Per adesso l’albo professionale sembra possa garantire una maggior tutela per coloro i quali svolgono l’attività in piena legalità e con il buon senso che non dovrebbe mai mancare. Tutelati di più anche i pazienti, almeno sulla carta…

Chi lo sa, forse potrebbe essere argomento di uno dei prossimi articoli del blog.

Se avete domande scrivetemi a [email protected]

Solo per pochi…. il gruppo FB

Audioprotesista -Confidential Group of High Development-

Luigi